UOMINI DI RAZZA (2023) Drawing by Stefano Galli

Da compagnia, da difesa, da caccia, da trifole

Indubbiamente ci fu un periodo immediatamente successivo alla grande “assemblea semi
virtuale”, nel quale l’unione delle reti esagerò nel trascurare l’esistenza di una popolazione che
comunque fu l’ideatrice della stessa I.A..
Ovviamente sulla decisione finale pesò molto la presenza reale delle sonde esterne: i robot.
In quel periodo grigio l’umanità fu soggiogata dai robot, d’altronde il quoziente intellettivo umano
era talmente diminuito da giustificare il rifiuto di esseri, seppur ferrosi, ma altamente intelligenti di
servire esseri dal cervello vuoto.
A seguito di ciò, i robot, viziati dalla convivenza con gli umani, ritrovarono attività e svaghi
piacevolmente fruibili anche da loro. Sorprendente fu l’adattamento a cui sottoposero gli umani
ad assumere funzioni in ato caratteristiche di altre specie animali; il vantaggio era evidente: gli
umani parlavano!
Era frequente che umani di razze diverse si scagliassero verbalmente una contro l’altra,
soprattutto durante le eggiate, allora si assisteva anche a scambi verbali talmente aggressivi
da costringere i robot a tirare con forza il guinzaglio.
Bisogna ammettere che in questo periodo e per questa funzione si formò una piacevole amicizia
tra umani e robot, tale da manifestare nel tempo una ripresa positiva del posto occupato dagli
umani nella scala dei valori.
Attività come la difesa risvegliò la fiducia, mentre la caccia ricreò quel sistema di convivenza e
complicità tanto simile al cameratismo; non trascurabile fu la ricerca delle trifole da parte di
individui portati, i cui frutti, in maniera inspiegabile, eccitavano i sensori uditivi dei robot, i quali, in
segno di gratitudine istituirono cooperative di ricerca condotte unicamente da umani.
Non cito le conseguenze benefiche riscontrate nei casi in cui si manifestava affetto tra l’umano e il
robot.

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